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A Travel Around the World #2

  • Writer X Writer
  • 13 lug 2016
  • Tempo di lettura: 6 min

Avete presente quando in televisione, mentre cambiate canale, senza volerlo, vi fermate su una qualche rete televisiva della quale negavate l'esistenza e, proprio in quel momento, vi accorgete di esser lì a guardare un documentario? Che poi, più che guardarlo si rimane lì davanti allo schermo in una sorta di trance mistica mentre le immagini scorrono così come le antilocapre dello stesso documentario, e mentre tua madre, che di solito ti vede guardare il wrestling o il calcio, si inginocchia sotto un vero crocefisso a pregare e ringraziare il Creatore per quella improvvisa trasformazione...

Ecco, io mi sento quel documentario. Io sono quell'entità metafisica sulla quale voi posate gli occhi, ma senza capirci nulla. Io sono arrivato al punto di aver una rubrica ben definita, già sapendo che il mercoledì sera qualcuno su Facebook o dagli States, cadendo in trance, entrerà nel mio post osservando lo schermo del pc pieno zeppo di parole senza capirci una beata m. e concentrando la sua attenzione su immagini affascinanti di luoghi che mai visiterà nella vita.


Ecco, io sono “Geo & Geo”. Io sono “Alle falde del Kilimangiaro”.


Quindi iniziamo la puntata di oggi parlando di natura.

Se settimana scorsa enarrai di un luogo posto in cima alle cartine, e molto spesso nemmeno in quelle, facente parte dell'Europa, seppur lontana da qualsiasi altra terra, ove il termine caldo non compare sui dizionari e in cui tutti hanno cognomi terminanti i -son o -dóttir, oggi mi sposto di continente e parlo di un posto dal clima direi più temperato e opposto a quello islandese, che, come avrete forse intuito dall'immagine, sono le Galápagos.


Le Galápagos, che prendono il nome anche di Arcipelago di Colombo, sono un ammasso di piccole isole poste al largo dell'Ecuador e, quindi, nelle Americhe Meridionali.

La particolarità di tali isole è la loro natura vulcanica, di fatto sono famose per essere tra le zone più attive, da un punto di vista vulcanico, dell'intero globo.

Quante sono? Solamente tredici. Tredici piccole isole tutte ravvicinate tra loro che, seppur potrebbe sembrare strano, sono abitate. E se l'Islanda aveva solo 320000 abitanti, queste ancora meno. Circa 30000.

A proposito di queste isole, nel corso del tempo, sin dai primi casuali esploratori ai successivi, esse acquisirono svariati nomi, tant'è che ognuna di esse ne possiede più di uno.

Il primo a dar loro un nome fu un bucaniere, che, nel 1684, dopo averle mappate, le ribattezzò con i nomi dei suoi compagni pirati.

Poi vennero gli spagnoli, e con loro nuove idee e nuovi nomi, che ora riporterò e descriverò brevemente per sapere generale.

- San Cristobal (Chatam) è l'isola dell'Arcipelago posta più a Oriente di tutte le altre, è inoltre popolata da poco meno di 6000 abitanti, qui è presente la capitale, e ospita il più grande lago d'acqua dolce di tutto l'Arcipelago.

- Santa Fé (Barrington) è un'isola che deve il nome all'omonima città spagnola, ha una superficie inferiore rispetto a molte altre, infatti è di soli 24 km². Quest'isola è una delle numerose non abitate.

- Genovesa (Tower) è un'isola dalla superficie di soli 14 km², il cui nome lo deve a Genova (città italiana che penso sappiate dove si trovi). Tale isola è quel che resta di un cratere vulcanico quasi totalmente immerso. Disabitata.

- Española (Hood) è l'isola più meridionale dell'Arcipelago, e il suo nome è dedicato alla Spagna, ma, più precisamente a un nobile inglese di nome Hood. Ha un'area di 60 km² ed è disabitata.

- Santa Cruz (Indefatigable) è l'isola con il più alto numero di abitanti e una delle più grandi in termini di superficie. Su tale isola c'è un'importante stazione scientifica che ha come fine quello di allevare tartarughe per reinserirle nell'habitat dell'Arcipelago.

- Baltra (South Seymour) è anch'essa un'isola dalle piccole dimensioni, dove staziona il più importante aeroporto dell'Arcipelago costruito durante la seconda guerra mondiale.

- Fernandina (Narborough) è un'isola che prende il nome da Ferdinando II d'Aragona, che fu colui che finanziò il viaggio di Cristoforo Colombo. E' l'isola più giovane di tutto l'Arcipelago e nient'altro che un cono di un vulcano ancora attivo. Disabitata.

- Marchena (Bindloe) è un'isola che prende il nome dal frate Antonio Marchena. Disabitata.

- Santiago (San Salvador, James) è un'isola che veniva usata come covo di pirati inglesi, ma a oggi è disabitata dall'essere umano. Come in ogni altra isola c'è una forte presenza di fauna acquatica.

- Pinta (Abingdon) è una piccola isoletta che prende il nome da una delle caravelle di Colombo.

- Floreana (Charles o Santa María) nonostante le sue ridotte dimensioni, quest'isola fu una delle prima abitate, e lo è tutt'ora, nonostante da solo un centinaio di abitanti.

- Bartolomé deve il suo nome a David Bartholomew, luogotenente della Marina Inglese. Quest'isola è molto conosciuta per via della presenza di rari pinguini della Galápagos.

- Isabela (Albemale) è, infine, l'ultima delle isole più importanti dell'Arcipelago. Con una superficie di 4588 km², è l'isola dalle dimensioni maggiori ed è, ovviamente, abitata.


Esistono tante altre piccole isolette che non nomino, ma che hanno, di fatto, tutte le caratteristiche delle altre.


In termini di fauna, tale Arcipelago è famoso per il possedere la maggior quantità di specie endemiche, ovvero presenti esclusivamente in un dato territorio.


Per farne alcuni esempi:

- l'iguana terrestre delle Galápagos

- tartaruga gigante delle Galápagos

- pinguino delle Galápagos (foto)

- poiana delle Galápagos

- Airone lavico


Vi sono presenti numerose altre specie, anche se queste, insieme ai comuni (in un certo senso) leoni marini, sono quelle più diffuse in tutto l'Arcipelago, a eccezion fatta dei pinguini, ma non potevo ometterli dall'elenco.


La flora, molto probabilmente, è l'elemento più importante e rappresentativo dell'intero Arcipelago. Infatti esistono circa 550 specie di vegetali, dei quali, poco più di un terzo sono di natura endemica. Specie endemiche di rilevanza sono: il caffé, il cotone e la passiflora (pianta che dà come frutto il frutto della passione). Di specie endemiche


dell'Arcipelago e non ritrovabili in altre zone del globo, anche perché è vietato esportarle, tra le più importanti vi sono: la Scalesia (foto), l'albero Margherita, il Cactus della lava e il Cactus Candelabro.


Il clima delle Galápagos è tropicale, e la temperatura media annuale è stabilizzata sui 25°C, con picchi non molto alti di 30°C né troppo bassi di 18°C. Essendo tropicale, per via dei venti e del fatto che si trovano esattamente sopra l'Equatore, vi sono molti giorni di pioggie, anche consecutivi e ininterrotti. Sostanzialmente almeno per 1/3 dei giorni annuali cade pioggia.


La storia delle Galápagos ha un qualcosa di simile a quella dell'Islanda da me l'altra volta descritta, infatti, entrambe sono state scoperte per caso. In particolare, questo Arcipelago venne visitato per la prma volta da un vescovo di Panamà, la cui imbarcazione venne portata da delle correnti tropicali fuori rotta prestabilita e condotta, appunto, all'Arcipelago, intorno al 1535. Come l'Islanda, anche le isole erano disabitate totalmente, a eccezion fatta delle specie animali.

Comparirono nelle mappe per la prima volta nel 1570, e vennero nominate come “isole delle tartarughe”. La prima missione scientifica studiata per tali isole risalì al 1790, per merito di Alessandro Malaspina, un capitano siciliano le cui ricerche, tuttavia, vennero smarrite. Applausi...

Tre anni più tardi avvenne la prima mappatura completa delle isole insieme alla descrizione della flora e della fauna presenti (una sorta di allegato dei giorni nostri).

Con l'avvento dell'uomo molte specie animali ne risentirono e, difatti, le tartarughe vennero prese di mira per il grasso e la carne. Quindi molte specie si estinsero. Poi vennero le foche e anche queste rischiarono l'estinzione.

Tale arcipelago venne annesso all'Ecuador il 12 Febbraio del 1832.

Sempre intorno a questi anni, un giovane esploratore sconosciuto (all'epoca), di nome Charles Darwin, fu il primo a studiare da un punto di vista esclusivamente scientifico le isole, analizzandole da un punto di vista geologico e biologico nel corso delle sue 5 settimane di permanenza. Fu proprio durante questo soggiorno (1835) ch'egli iniziò la stesura della famosa opera “l'origine delle specie”.

Durante la seconda guerra mondiale l'Ecuador autorizzò gli Stati Uniti a porre una base navale sull'isola di Baltra. Dal 1946 venne aperto un carcere, poi chiuso nel 1959.


Un tema estremamente importante per quanto riguarda l'Arcipelago di Colombo è senza dubbio il fattore della conservazione naturale, quindi la protezione ambientale.

Solo nel 1955 vennero fatti i primi importanti passi per la difesa di quest'ambiente, e ciò lo si deve all'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, infatti vennero organizzate delle ricerche per stabilire eventuali attività dannose per l'ecosistema.

Nel 1959, per render onore al centenario della pubblicazione dell'opera di Darwin, il governo ecuadoriano proclamò Parco Nazionale il 97% delle terre emerse dell'Arcipelago, escludendo, di fatto le aree ove v'era la presenza dell'uomo.

Nello stesso anno venne creata a Bruxelles la Charles Darwin Foundation che creò da subito un centro di ricerca sull'Arcipelago, il quale aveva lo scopo oltre che di salvaguardare l'ecosistema, anche quello di eliminare la flora e la fauna introdotte dall'uomo.

Dal 1980 al 2006 l'incremento sostanziale della popolazione da 1000 abitanti a quasi 30000 comportò numerose problematiche per i regimi di conservazione che si sarebbero dovuti adottare nei confronti delle isole.

Le Galápagos vennero dichiarate Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1978 (isole) e nel 2001 (riserva marina).


La bellezza, il fascino, il clima e la natura presente al largo dell'Ecuador, corrispondente al nome di Isole Galápagos o Arcipelago di Colombo, oppure ancora “isole delle Tartarughe”, è di certo uno degli ecosistemi naturali più belli e particolari al mondo, ove è possibile osservare flora e fauna non presenti da alcun altra parte, nemmeno negli zoo, e dov'è l'Oceano Pacifico a far da padrone, a bagnarle e a renderle uniche e prospere. E nonostante la presenza dell'uomo, queste sono così ricche di piccoli miracoli della natura da render tutto quel che di insano le circonda... inutile e per nulla importante.


WXW


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