L'esperimento carcerario di Stanford
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- 29 giu 2016
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Per quanto possa essere rilevante ai fini del seguente post, ieri sera ho visto un film dello scorso anno inerente a questo fatto. Tale è la ragione per cui oggi voglio parlare di questo, ma non del film, bensì del vero esperimento, avvenimento curioso, soprattutto per via dei risvolti che prese conseguentemente a dispetto delle premesse.
Partendo dal principio, l'esperimento carcerario di Stanford fu un esperimento di natura psicologica volto a studiare il comportamento umano in un particolare tipo di situazione, ovvero all'interno di una società, meglio dire di un gruppo.
L'inizio di questo esperimento avvenne il 14 Agosto del 1971. Precedentemente venne pubblicato un annuncio su un giornale ove si cercavano dei giovani studenti (dai 20 ai 30 anni) ai fini di partecipare a una normale ricerca che si sarebbe svolta in una finta prigione. A tale annuncio risposero 75 ragazzi, ma solo 24 di essi vennero selezionati, tutti maschi, fra i più maturi e meno orientati verso atteggiamenti insoliti. Chiunque fra questi avesse preso parte a tale esperimento, così come da annuncio, avrebbe ricevuto 15 dollari per ogni giorno trascorso all'interno di quella struttura, posta nei seminterrati dell'Università di Stanford e ricreata appositamente per esser il più similarmente possibile a un vero carcere. La prospettiva iniziale della durata di questo test fu di due settimane.
La premessa di tale esperimento fu quella di suddividere, in base alla sorte, i volontari, in due categorie: guardie e prigionieri. Dodici da una parte e dodici dall'altra, senza distinzione tra essi.
Il professor Zimbardo, in particolar modo, ispirandosi a idee di uno psicologo francese, volle riprendere la teoria della deindividuazione, cioè, in altre parole, un concetto che sostiene di come i soggetti di un gruppo unito, facenti parte a una folla, tendano a smarrire la propria identità singolare, la consapevolezza di sé stessi e di quel che li circonda, nonché il senso di responsabilità, manifestando atteggiamenti controversi, aggressivi, ingiusti, e non corrispondenti al principio di legge, che, invece, in situazioni normali, la propria mente rispetterebbe in quanto autodotata di norme morali.
Dei ventiquattro soggetti vennero scelte nove guardie e nove prigionieri, in quanto, le tre celle, data la ridotta spaziosità, non avrebbero permesso a più di tre uomini di viverci. Gli altri sarebbero serviti da scorta in caso di problemi.
Come prima cosa, i volontari vennero spogliati dei loro vestiti, spruzzati di un gas che li avrebbe, possibilmente, privati di qualisasi germe presente sul proprio corpo e, dunque, della possibilità di trasmettere malattie. Usanza che si tiene nelle vere prigioni americane.
Secondariamente vennero vestiti di un'uniforme ampia sulla quale v'era la presenza di un numero, sia davanti che dietro: il proprio numero personale con il quale si sarebbero identificati. Venne poi legata a quest'ultimi una catena al piede per ricordare loro, in maniera indiretta, quanto fossero a tutti gli effetti dei “prigionieri”, nonché venne posto un berretto aderente in sostituzione della tipica rasatura di capelli fatta ai veri carcerati.
I carcerati quindi sarebbero dovuti sottostare a delle leggi particolari, quali, ad esempio, quelle di utilizzare il proprio numero per riferirsi a sé stessi, nonché parlare, se possibile, ai compagni, chiamandoli per numero, così come le guardie si sarebbero espresse a loro sempre facendo riferimento al numero.
Le guardie indossavano una divisa apposita color kaki, degli occhiali da sole per evitare che i detenuti potessero guardarle negli occhi e capire le loro emozioni, ed erano dotati di manganello, manette e fischietto. Inoltre, a differenza dei prigionieri, queste non avevano alcun tipo di regola da seguire e potevano disporsi di qualsiasi stratagemma per farsi rispettare.
All'inizio del primo giorno sia le guardie (che si alternavano in turni), che i carcerati, erano visibilmente indecisi e titubanti sul comportamento da adottare, anche per questa ragione la prima giornata trascorse tranquilla, all'insegna delle normali procedure standard attuate in una vera prigione americana. Quindi i detenuti svolsero esercizi fisici su ordine delle guardie, nonché ripeterono, facendo ironia, ogni frase detta dalla guardia in questione, su ordine di quest'ultima.
Tuttavia, contrariamente a quanto Zimbardo e colleghi pensavano, la prima notte, con il cambio delle guardie, fu totalmente diversa, infatti i detenuti vennero svegliati in piena notte e costretti a duri esercizi fisici nonché a un certo tipo di umiliazioni, come quella di rifare il proprio letto per un numero infinito di volte, su ordine della guardia (com'è rivedibile per bene anche nel film).
Già al secondo giorno un clima decisamente differente regnava in quei sotterranei, quindi le guardie, prendendoci gusto a far valere la propria superiorità, esercitavano il proprio potere sfinendo psicologicamente e fisicamente i detenuti, rinchiudendoli, qualora avrebbero posto opposizione, in un piccolo stanzino buio e stretto fino a nuovo ordine.
Dopo solo due giorni trascorsi i prigionieri, mostrando profondi segni di opposizione ai crudeli atteggiamenti delle guardie, si barricarono nelle proprie stanze impedendo l'accesso a quest'ultime, che, tramite l'uso di estintori, riuscirono a interrompere bruscamente quella sorta di rivolta.
Quindi i carcerati iniziarono a destare segni di follia, a urlare e insultare le guardie che, udendo ciò, e assistendo a quegli affronti, risposero con i primi cenni di violenza, nonché li intimidirono cercando di separarli gli uni dagli altri, rompendo il concetto di solidarietà tra loro formatosi.
Il prigioniero 8612, dopo aver mostrato segni si squilibrio mentale, e aver richiesto il rilascio, ponendo fine alla sua partecipazione, ottenne una risposta negativa direttamente dallo stesso Zimbardo che, invece, gli propose di aiutarlo giocando al gioco della “spia” (o una cosa simile). Tuttavia, quest'ultimo si rifiutò e, dopo aver urlato in faccia agli altri compagni di quanto tutto quell'esperimento non fosse affatto tale, bensì una vera situazione, venne rilasciato.
Ci fu addirittura un tentativo di fuga di massa, che le guardie e il team di Zimbardo riuscirono a stento a placare. Vennero rilasciati altri prigionieri affetti da disturbi psicologici non idifferenti, al cui posto ne giunsero altri. La situazione non cambiò, anzi, peggiorò: le guardie obbligarono i prigionieri a cantare canzoni oscene, mettendoli in imbarazzo, e a urinare e defecare in secchi che non avrebbero potuto neppure svuotare, ma tenere nella propria cella. Il tutto non fece altro che far collassare, psicologicamente, i detenuti, il cui comportamento, dopo solo cinque giorni, era totalmente cambiato, e basato stabilmente sulla docilità e passività, nonché alla perdita cognitiva di ogni percezione della vera realtà che li circondava, credendosi pure d'esser dei veri detenuti e d'esser in prigione per l'aver commesso un vero crimine. Al contrario, le guardie, persistevano nel peggiorare i loro comportamenti sadici. L'esperimento venne concluso dopo solo sei giorni, riscontrando nei carcerati una velata soddisfazione e un certo disappunto da parte delle guardie.
Lo stesso Zimbardo, senza rendersene conto, si accorse solo dopo, vedendo quell'atteggiamento da parte dei detenuti, che anch'egli aveva subito dei cambiamenti, ed era passato dall'essere uno scienziato intento a studiare comportamenti psicologici, all'esser divenuto parte integrante di quell'esperimento, dimenticandosi, quasi, di quanto tutto quello fosse finzione, e non una vera prigione.
Egli potè quindi, nonostante la follia di quell'esperimento, constatare quanto la deindividuazione induca a una diminuita percezione di sé stessi e a “un'aumentata identificazione e sensività agli scopi e alle azioni intraprese dal gruppo. In altri termini, l'individuo pensa che le proprie azioni facciano esclusivamente parte di quelle compiute dal gruppo”.
Questo è stato il folle esperimento carcerario di Stanford, avvenuto ormai quasi 45 anni fa, e durato solamente sei giorni su quattordici, del quale ieri ho visto il film uscito nel 2015: una notizia inutile ai fini del post.
WXW
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