Parliamo di... #8
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- 13 giu 2016
- Tempo di lettura: 5 min

So bene quanto questa immagine possa sembrare inquietante, ma è l'unica che ho trovato dove l'artista è presente insieme ai suoi personaggi.
Quel signore dai capelli e dalla barba biancastra è Hayao Miyazaki.
Già avevo parlato di una delle sue opere tempo fa per mezzo di un post come questo, ma quei personaggi non sono presenti in questa vignetta qui a fianco.
Partendo dal principio, Hayao Miyazaki è un regista, sceneggiatore, fumettista e produttore cinematografico giapponese, che, come avrete intuito (credo), o come già forse saprete, ha incentrato totalmente la propria carriera nella produzione di cortometraggi, mediometraggi e lungometraggi d'animazione. La sua figura è strettamente associata allo Studio Ghibli, cioè uno studio cinematografico d'animazione, da lui fondato insieme al collega Isao Takahata nel lontano 1985 a Tokyo.
Da molti, compreso il sottoscritto, è considerato come uno dei più grandi registi d'animazione viventi, se non il migliore. A sostegno di questa tesi vi sono due dei tanti prestigiosi premi da lui vinti, come l'Orso d'Oro e il Premio Oscar per "La Città Incantata", la sua migliore opera a detta della maggioranza, ma non da me.
Con oltre 50 anni di carriera, la sua figura, in termini d'importanza nel mondo dell'animazione è stata più volte accostata al celebre Walt Disney.
La sua carriera inizia nel lontano 1963, dopo la lauerea in Scienze Politiche ed Economia, quando inizia a lavorare entrando nello staff dei disegnatori della rinomata società Toei. Pochi anni più tardi la sua carriera iniziò a decollare entrando sempre più nel suddetto mondo come animatore e scenografo chiave di svariate opere sotto la guida di altri registi.
Alla fine degli anni '70 avvenne la sua prima collaborazione con Isao Takahata, con cui avrebbe portato avanti un rapporto importantissimo per tutta la durata della sua carriera, come già detto precedentemente.
Nel 1971 diresse insieme a Takahata e Kotabe alcuni episodi di Lupin III, così come, in ordine cronologico, curò la produzione di Heidi (1974), Marco (1975) e Anna dai capelli rossi (1979) su tutti. Serie animate di un certo spessore che praticamente tutti conoscono.
Dal 1978 dirige insieme a Takahata la sua prima serie tv personale, ovvero Conan il ragazzo del futuro.
Nel 1979 diresse il suo primo lungometraggio, cioè Lupin III - Il castello di Cagliostro.
Ma è nel 1982 che la sua carriera inizia a prendere la svolta che avrebbe portato alla nascita dello Studio Ghibli, infatti, proprio in questo anno, iniziò a pubblicare il manga Nausicaä della valle del vento, che verrà poi trasposto in un lungometraggio scritto e diretto proprio da lui. Questo film animato ottenne grande successo e diede il là alla possibilità di far nascere lo Studio Ghibli l'anno seguente. Il nome dello studio venne tratto da un famoso aereo italiano degli anni '30 dal nome Ghibli, così come da un vento caldo tipico del Sahara chiamato allo stesso modo. In tutti i suoi film il concetto di aviazione e di vento sarà sempre molto presente, perché, di fatto, suo padre fu un aviatore.
Nel 1986 esce il primo film dello Studio, ovvero "Laputa castello nel cielo", che trae spunto dai Viaggi di Gulliver, e che verrà premiato come miglior film d'animazione giapponese.
Nel 1988, mentre Takahata portò il rinomato "Una tomba per le lucciole", dilm riguardante la seconda guerra mondiale e i numerosi bombardamenti, Miyazaki presentò "Il mio vicino Totoro", storia di due bambine che incontrano un essere magico di nome Totoro, venne premiato come miglior film d'animazione giapponese di quell'anno.
Nel 1989 grazie a "Kiki consegne a domicilio" nonché al successo al botteghino di quest'ultimo, venne ampliato lo Studio e vennero assunti stabilmente molti più dipendenti.
Seguentemente, nel 1992 uscì "Porco Rosso", storia che narra di un maiale pilota da caccia veterano dell'aviazione italiana durante gli anni '30 (come l'aereo italiano Ghibli dal uale è stato tratto il nome per lo studio). Famosa e rilevante una frase all'interno del film, che spesso è facile sentirla: "Piuttosto che diventare un fascista, meglio essere un maiale".
In questi anni Miyazaki ricopre spesso anche il ruolo di sceneggiatore per suo opere o altre dello stesso studio, come, ad esempio, "Pioggia di ricordi", "Pom Poko" e "I sospiri del mio cuore".
Qualche anno più tardi, nel 1997, veine alla luce uno dei più importanti successi del regista, "Princess Mononoke": lungometraggio nel quale è inscenato in maniera esemplare il rapporto tra uomo e natura.
Dopo un periodo di pausa presosi per lasciar spazio alle nuove promesse cresciute all'interno di quello studio d'animazione, torna in attività, producendo nel 2001 il pluripremiato "La città incantata", vincitore di un premio Oscar nel 2003.
Quattro anni più tardi, nel 2005, il successo non manca, grazie a "Il castello errante di Howl", tratto da un libro di Diana Jones. Nello stesso anno gli viene assegnato un "Leone d'oro alla carriera".
La sua penultima opera è "Ponyo sulla scogliera", uscito nel 2008 grazie al quale vince diversi premi al Festival del cinema di Venezia, nonché una candidatura al leone d'oro.
L'ultimo suo capolavoro, il migliore, a mia discrezione, corrisponde al nome di "Si alza il vento", lungometraggio che mi ha dato molte ispirazioni sotto ogni punto di vista e al quale sono molto legato perché ha anche segnato il ritiro dello stesso regista.
In questo film, del quale ho già parlato, c'è un vero e proprio trionfo delle sue tematiche principali, quindi il vento e l'aviazione. Ma non dirò altro perché c'è un post apposito.
Parlando di tematiche, oltre alle due appena citate, Miyazaki ha sempre usato la donna, la figura femminile, al centro di ogni sua creazione, definendola sempre come personaggio forte, una lavoratrice instancabile e di una certa influenza.
In numerosi suoi film vi sono attacchi e critiche nei confronti della guerra, ciò è rivedibile principalmente in "Princess Mononoke" e, ancor più, in "Il castello errante di Howl".
Anche il concetto di ambientalismo è sempre presente. Da egli viene spesso criticato l'eccessivo sviluppo e il relativo inquinamento atti a distruggere la natura presente.
Parlando da un punto di vista personale, in termini di animazioni, credo che per lo stile di disegno, per le tematiche e il linguaggio, i suoi lungometraggi, ma anche un po' tutti quelli dello Studio Ghibli, siano a me quelli più cari. Perché, soprattutto da un paio d'anni a questa parte, sono fonte d'ispirazione per i miei scritti.
Per questo e per molti altri motivi, come quelli d'avermi fatto ancor più avvicinare alla cultura giapponese, sono e sarò grato per sempre al maestro Miyazaki, perché non ha mai deluso, anzi, sempre stupito, nonostante la continua ripetizione dei concetti fondamentali.
Questo è, ed è stato, Hayao Miyazaki, figura importante e imponente di un mondo che ha sempre visto imporsi i colossi americani in tutto il panorama cinematografico. Ma lui è un genio, un maestro, un esempio da seguire.
E se lo si nega a sé stessi vuol dire essere stupidi.
Finisco il post con una sua citazione:
«Questo porta all'idea che il mondo non è solo per gli uomini, ma per ogni forma di vita, e agli uomini è concesso di vivere in una parte del mondo. Non è che possiamo convivere con la natura fintanto che viviamo in modo rispettoso, e che la distruggiamo perché diventiamo avidi. Quando ci accorgiamo che anche vivere in modo rispettoso distrugge la natura, non sappiamo che fare. E credo che se non ci mettiamo nella posizione di non sapere cosa fare e partire da lì, non possiamo risolvere i problemi ambientali o i problemi che coinvolgono la natura».
WXW
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