Chi scrive e chi legge
- Writer X Writer
- 29 apr 2016
- Tempo di lettura: 5 min

Era da un po' di tempo che volevo scrivere un post su quest'argomento, ma non l'ho mai fatto per... perché non ne avevo voglia e tempo (paradossale) e un mucchio di altre cose. Oggi finalmente è giunto il giorno, ma non garantisco nulla, come al solito, del resto.
Potenzialmente non è che ci sia chissà che da scrivere, ma voglio comunque impegnarmi per rendere il tutto il più esaustivo possibile.
Avviso: questo è pura opinione personale, al 100%, senza addensanti e conservanti.
Per grande tempo, nel corso della mia vita, non ho mai saputo cosa volesse dire scrivere, e con questo termine indico il vero senso della parola, non fare temi a scuola, riassunti, eccetera eccetera.
Stavo sempre dalla parte del lettore, se così posso insinuare... perché non leggevo molto, ma ero più vicino a quella fazione lì, più che all'altra.
Se dicessi banalmente che scrivere e leggere sono due cose differenti, non mi rimarrebbe altro che prendere un berretto con scritto sopra "capitan ovvio", salutare e andarmene. Perché anche chi ha il quoziente intellettivo di una scimmia che cerca di rompere una noce di cocco con la testa, saprebbe riconoscere le differenze.
Detto questo, ero appunto, come gran parte delle persone, un lettore, e vedevo il mondo come tale. Sì, leggevo poco, svogliatamente, ma avevo l'idea di cosa volesse dire, a grandi linee, leggere un libro.
E cosa vuol dire leggere? Ci sono sicuramente mille sfumature che ora mi sfuggono, e che comunque non voglio citare, dato che non ho intenzione entrare nel dettaglio, ma leggere vuol dire informarsi sull'autore, un minimo sulla trama e sul genere, per poi fiondarsi su quelle parole d'inchiostro poste su carta. Questo è leggere. Questo è quello che fa un lettore.
Da poco tempo a questa parte, perché due anni su ventuno è nulla, ho avuto modo di percepire e comprendere la visione dello scrittore, anche qui a grandi linee, perché sì, lo faccio quasi come se fosse il mio lavoro, ma ancora non lo è.
E ho capito che oltre al fatto che i due mondi siano totalmente diversi, anche che, al loro interno, lo sono forse ancora di più.
Chi legge fa quello, sì, poi ci sono sfumature lievi, come dicevo, ma leggere vuol dire prendere in mano un libro e comprenderne la storia.
Entrando nel mondo della scrittura l'accoglienza è ben diversa. Come tutti leggono, anche tutti scrivono. Ma lì c'è il bivio.
Quando iniziai a scrivere, arrivando direttamente dalla mia pessima pregressa esperienza, capii, rileggendo le mie stesse parole, che a tutti gli effetti una mucca se potesse farlo, avrebbe saputo scrivere su per giù a quel livello. Ho visto tante di quelle cose senza senso, senza un minimo di intelligenza da farmi venire il voltastomaco. Ma quanto scrivevo male? Come potevo esprimermi in un modo così antropomorfo?
Poi bene o male imparai le basi, anche se non so come, ed eccoci qui. Questo è un italiano accettabile.
Ma non sono qui per parlare di me, bensì della gente. Degli altri. Delle stesse persone che non fanno altro che lamentarsi ogni volta che c'è da scrivere, che sia a scuola o meno, e che poi passano la loro esistenza a farlo sui social network. Sì, ne ho già parlato di questi ultimi, ma non voglio dir altro di loro in maniera diretta. E tantomeno lamentarmi.
Su internet, chi lo frequenta si divide a metà: chi sa scrivere e chi non lo sa fare (altra frase da capitan ovvio ma va bene così). La prima delle due sarà composta... dal 10%? Ma sì, diciamo 10%. La seconda dal 90%. Ora, non sto dicendo che quelli che sanno scrivere sono coloro che lo fanno di mestiere, ma chi, bene o male, due parole inframezzate da un verbo riescono a metterle giù. E poi mettiamo qualche virgola e un paio di punti. Ecco, queste sono le persone che sanno scrivere. Quelle che buttando giù tre righe non ti fanno venire l'ulcera.
Chi non sa scrivere non sono coloro che si dimenticano la virgola o il punto, io non sono un professore e non grido alla bestemmia, ma chi non azzecca un frase per intero in un italiano di base. E non lo dico a priori. Io sono uno dei pochi esseri umani che legge anche i post lunghi. Perché nessuno lo fa. Più di quattro righe è un poema...
Però, se volete scrivere per sentirvi soffocare tra i "mi piace" fatelo almeno come si deve. L'unica cosa di positivo sono le citazioni, ma basta fare copia e incolla lì e il gioco è fatto.
Ma c'è di peggio. La cosa peggiore di chi scrive di merda è chi scrive non solo abbreviato, ma anche male. Voi, che abbreviate, meritereste un girone degli inferi tutto vostro. I hate you!
Passando a un clima decisamente più tranquillo, ho avuto modo di constatare, non da poco tempo, che esistono quelle persone che vengono definite: "divoralibri". Chi sono? Semplicemente coloro che prendono un libro, si informano come gli altri delle nozioni di base, che prima ho citato, e puf! Via! Fuori uno e dentro l'altro. Un giorno per leggere un libro. O due, ma già lì è difficile trovarne di questa razza. E a ripensare a quella volta mi viene ancora da ridere... Sì, da ridere... Qualche mese fa, mentre aspettavo la metro, una madre, con un bambino che avrà avuto... che so, 11-12 anni al massimo, mi siedono a fianco, portando un paio di sacchetti con loro. Trenta secondi dopo, lei estrae un libro, di Stephen King se ricordo bene... Poi guarda il bambino, mantiene lo sguardo per un attimo, e gli dice: "Dai, su, questo lo leggi in dodici ore al massimo".
E il piccolo non ha fatto una piega, come se fosse tutto normale.
Andai immediatamente a cercare il titolo di quel libro, che ora non ricordo più, e scoprii che aveva circa trecentocinquanta pagine, o giù di lì.
Voi non lo sapete, ma... Io sono morto quel giorno. Se andate al cimitero non mi trovate, perché mi sono scavato una fossa in fretta e furia, mi ci sono seduto dentro, mi sono fatto sotterrare da un vecchio che passava di lì e poco dopo sono morto.
Tu! Che leggi un libro in mezza giornata! E che lo dici come se fosse qualcosa di normale! Proprio tu! Sei un mostro... Lì dietro ci sono mesi e mesi di lavoro, anche anni, per alcuni casi. E cosa fai? Via, in meno di un giorno leggi un libro di quasi quattrocento pagine? Ma porta un po' di rispetto. Io ci metto un anno a scrivere un libro di quel volume per poi vedere che in mezza giornata una persona l'ha già finito. E poi magari parte pure il commento di una misera parolina... Voi... Che divorate i libri senza pietà, siete dei mostri. Pensate un attimo a chi li scrive. Poveri loro, ma godetevi un po' più la vita e fate passare tre o quattro giorni.
No, non ce l'ho fatta a star tranquillo. Ma è solo colpa vostra.
WXW
Comments