Un brutto post sulla maturità
- Writer X Writer
- 27 apr 2016
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Come? Perché? Chi? Effettivamente appena ho scritto il titolo, anzi anche un secondo o due prima, mi sono venute in mente queste tre domande. Non so con quale coraggio io stia per affrontare questo argomento, ma lo faccio perché oggi non so che cosa scrivere, quindi mi son detto: "Sì, dai, scrivi qualcosa anche di insensato, che tanto l'argomento non è da meno".
"Ma la maturità è...!" No, la maturità non è niente. Assolutamente nulla. Se lo dicessi solo per dire qualcosa farei prima a scrivere dei retroscena terribili, strappalacrime, che mettono agitazione.
Dico che la maturità è assolutamente il nulla più assoluto per il semplice motivo che... è niente, lo zero totale (mi spiego di merda, lo so). Tutti i preconcetti, le agitazioni, l'angoscia degli esami, quella dello studio infinito, il ritrovarsi davanti a una commissione esterna, lì, in quella saletta, dove tutti ti guardano muti e le tue parole rimbalzano contro i muri mettendo in discussione effettivamente quello che stai dicendo, è tutta una grandissima cagata pazzesca! (cit.)
"Eh, ma è facile dirlo dopo, una volta che sei uscito e sei libero!" Sì, è facile, anzi facilissimo. Dirlo ora, due anni dopo, è un gioco da ragazzi.
Il metodo più consono per vivere la maturità è averne il terrore, pensare in tutto e per tutto da un lato pessimistico, come se ogni singola virgola, andasse male. Perché è più semplice, paradossalmente. Ti aspetti il peggio del peggio, se quello non arriva un po' te ne rallegri. Questa direi che è stata la mia filosofia di vita nel corso di quei due mesi, e devo dire che è servita.
Detesto completamente la gente che mette in guardia: "Eh, ma sai che se non studi, la maturità..." oppure: "Vedrete che bella mazzata riceverete agli esami..." No! No! Non è così! Sono tutte grandissime balle! Queste cose vengono ripetute ogni cavolo di volta, solo e solamente per mettere ansia, paura, agitazione. E poi lo fanno i professori, che al giorno degli esami sono lì con la testa fra le nuvole e già dopo tre o quattro orali vorrebbero spararsi. "Però ciò non toglie che si debba studiare molto, che bisogna spaccarsi la testa sui libri, che se tralasci quello o questo per te è la fine". Sbagliato, le cose non stanno così, certo, se poi si studia mezzo libro e l'altra metà chi se ne importa allora è giusto che lo cose vadano male. Bisogna sapere qualcosa di tutto, quello è vero, ma che ogni singolo istante della propria vita in quel periodo finale lo si debba trascorrere con il culo sulla sedia e la testa su una pigna di libri e fogli, equivale al buttare in un falò la propria esistenza.
Il problema della maturità sono i giorni prima, ma quando sei in aula a fare il tema o le altre prove scritte che siano, così come l'orale, in certo senso, tutto diventa molto più sottile a tal punto da farti rimpiangere l'aver trascorso i giorni precedenti a studiare e creare bigliettini da infilare in ogni parte del corpo. Tutto questo non serve, e ve lo dice uno che ha fatto una maturità e mezza, per non dire due, dato che ho avuto anche gli esami in terza.
L'esame orale di maturità è un pochettino diverso, in quanto sì, è sempre meno drammatico di quel che si pensa, ma... si è pur sempre seduti da soli davanti a un agglomerato di facce brutte: questo è. E il peggio viene all'inizio, quando bisogna spiegare la tesina e il relativo discorso che si è preparato, poi per quanto riguarda le domande che vi fanno, a meno che avete evitato di aprire ogni singolo libro, allora è alquanto facile cavarsela, e ve lo dice uno che a scuola ha sempre fatto schifo... ma fino a un certo punto.
Per quanto riguarda la mia esperienza di maturità, l'ho esattamente vissuta come ho detto: gettando pensieri su ogni singolo argomento e pensando come un catastrofista, manco dovessi andare in guerra. Gli esami scritti li vissi in condizioni pietose finché non misi piede in classe, per tutte e tre le prove. Lì capii d'essermi fatto del male da un punto di vista mentale per nulla, dato quello che mi trovai davanti e quindi me ne pentii. Ciò non toglie che decisi di mettermi in gioco persino per il tema d'italiano, dove avevo sempre fatto schifo, e preso 4. Grazie a questo presi 13/15, e mi sentii un Dio, finché la commissaria non mi insultò bellamente dicendomi che potevo fare meglio... facendomi sentire uno stronzo, ma tralasciamo.
L'orale fu diverso, pur sapendo alla perfezione il discorso da fare, parola per parola, ebbi come un blocco in cui smisi di parlare. A ripensarci un po' mi fa ancora paura, ma non durò più di dieci secondi... Solo che lì, nel silenzio, è un'eternità.
Nel complesso, nonostante per quattro anni, meno il quinto, feci schifo, rasentando la sufficienza, terminai la maturità ottenendo un bel 74, che fidatevi, per me, che rappresentai l'idiota di turno, partendo con meno crediti di tutti, beh, è oro colato.
E tutto quello che ho fatto è stato provarci. Mi sono messo in gioco in qualunque materia, nonostante in terza prova presi 9/15, e dunque l'insufficienza. Ma i rimanenti test andarono ok, e uscii soddisfatto.
Che poi, in italiano, basta solamente scrivere come si parla, pensando alle intonazioni in una frase e mettendo le virgole e le altre punteggiature in base a questo. Ah, influisce molto anche il pensiero che si mette all'interno del tema, o meglio, se la si pensa in un determinato modo rispetto all'argomento della traccia, e tal pensiero va contro, possibilmente, a quello del docente, soprattutto se costui è esterno, allora conviene mettersi da parte e scrivere quello che lui vorrebbe sentirsi dire. Questo è quello che ho fatto io, e mi è andata bene. Poi fate come vi pare.
Riassumendo, le voci sulla maturità sono una totale menzogna, ed essa è solo una formalità, perché di fatto quello che conta in gran parte sono gli anni scolastici passati (tranne nel mio caso direi), quindi studiate, ma vivete allo stesso tempo.
Ve lo dice un cretino.
WXW
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