C'era una volta la tua vita: il secondo dei miei figliocci
- Matteo Gatti
- 25 apr 2016
- Tempo di lettura: 3 min

Il momento più atteso, una delle cose più belle in assoluto posso finalmente raccontarvela, senza restrizioni, senza alcun tipo di problema.
Ho voluto cambiare il nome dell'autore qui sopra da Writer X Writer, in un altro, quello vero, quello mio, personale, che ho messo anche su questo secondo libro da me scritto.
Questa è una storia che parte dal passato, come tutte, solo un po' più da una strana direzione.
Iniziai a buttar giù le mie prime parole che ancora non avevo affatto ideato la storia. Tutto partì da un lampo del momento, che mi cadde in testa da chissà dove e che finì su fogli elettronici tramite dei semplici tasti su una tastiera qualsiasi. E poi il titolo, quello c'era già, sin dal primo giorno. "C'era una volta la tua vita" è stato da sempre il nome della storia, e mai ho voluto metterlo in dubbio perché lo trovavo, e ancora lo trovo, infinitamente affascinante e suggestivo.
Differentemente da The Kupicker, ho voluto mettermi in tutto e per tutto in gioco, arrivando addirittura al punto di studiare le altre persone, i loro comportamenti, le loro prevedibilità, dunque di studiare VOI. E questo l'ho fatto per circa sette mesi della mia vita, quasi otto, per l'esattezza.
Ho quindi studiato la gente, così come l'ho fatto per altri argomenti, folli e quasi impensabili da poterli ritrovare in un unico libro. Ho poi racimolato le mie follie, quelle solo a me conosciute, le ho gettate insieme a tutto il resto, mischiando per bene, e ho buttato il tutto su carta.
Per quegli incredibili sette mesi della mia vita per poco non perdevo me stesso dentro quella storia, più e più volte mi sono chiesto il motivo per cui la stessi scrivendo e il perché, ogni singolo giorno, ne uscissi svuotato pressoché completamente della mia energia mentale.
Sono arrivato addirittura al punto di trascrivere su carta una strategia per portare il lettore verso strade così sbagliate, parallele e inimmaginabili, che ancora non so spiegarmi com'io abbia fatto.
Ho esultato, sorriso e alzato gli occhi al cielo per capire da dove fosse caduta quella goccia che m'aveva permesso di scrivere quella bella, bellissima storia, che mai avrei immaginato potessi partorire da quelle tre o quattro idee iniziali.
Ma cosa c'è in "C'era una volta la tua vita" veramente (scusate il gioco di parole #1)? Cosa si nasconde lì dietro, in quel racconto che sto continuando a elogiare? C'è quasi tutto me stesso, un po' di sana crittografia, strane scienze di confine e personaggi a cui mi sono molto affezionato. A volte li ho odiati e ho detestato me stesso per quello che stavo per fargli compiere, e altre volte, nella maggior parte dei casi, li ho plauditi, perché davvero rispecchiavano le sembianze che volevo far loro assumere.
Se davvero mi dovesse venir chiesto il genere di questo libro, io assolutamente non saprei rispondere, perché per davvero, per la prima volta nella mia vita, non saprei riconoscere l'essenza della storia. E lo so che è strano. Sotto tortura forse risponderei che si tratta di un racconto drammatico, ma avrei ugualmente molti dubbi. Mi piace definirla come una storia normale, composta da personaggi non da meno, ma al contempo come una di quelle che mai ho visto prima d'ora nella mia vita, non tanto per bellezza, per contenuti o altro, quanto più perché... Se davvero lì dentro ci sono gli scherzi, le follie e le emozioni della mia mente, allora, in quanto essa sia differente in ogni essere umano, questo non rende di per sé la storia che ho creato unica?
"C'era una volta la tua vita" è un racconto pensato fino all'ultimo dettaglio per rispettare le premesse del titolo, per far sì che la lettura e i ragionamenti di chi si avventurerà all'interno di quelle pagine vengano messi in discussione, distorti e spesso non capiti. Ho studiato tutto così alla perfezione che ho la certezza pressoché totale che qualsiasi vostro pensiero o ragionamento che mai vi potrebbe capitar di fare all'interno del viaggio risulterà sbagliato.
Come ultima cosa vorrei nominare le fonti d'ispirazione che tanto mi sono servite al fine di completare la storia. Sto parlando di Jack London, dal cui stile scrittura mi sono lasciato influenzare e Chris McCandless, le cui azioni, e i cui ideali mi hanno molto aiutato e lo faranno ancora.
"C'era una volta la tua vita" potrebbe essere la storia di una vita intera (scusate il gioco di parole #2), non nego che potrei non riuscire a scriver nulla di meglio, ma so bene che è ancora presto per dirlo... È solo che nemmeno io sono riuscito a rendermi imprevedibile alla mia stessa mente, tant'è che la storia è venuta più sorprendente di quanto avessi studiato. E non so quante volte questo potrebbe ricapitarmi...
Matteo Gatti / WXW
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