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Internet & social: presente, passato e futuro

  • Writer X Writer
  • 24 apr 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

In un mondo in cui praticamente ogni cosa sta degenerando, internet non fa certamente una brutta figura.

Ma cos'è l'internet oramai? Se esso nacque ai tempi per permettere agli utenti di connettersi e comunicarsi tramite varie, e valide o meno, alternative, oggi la questione può dirsi non troppo differente. Tutti lo usano, tutti comunicano e apparentemente tutti hanno una vita più facilitata.

Spulciando qualche definizione da vocabolario qua e là si legge come esso venga definito un mezzo che offre contenuti informativi. E per informativi si intende "atti a garantire conoscenza".

Ma davvero internet offre questo? Eheh sì. È proprio questo quello che si trova al tempo d'oggi. Informazioni a destra e a manca sono diffuse ovunque, è dunque ben facile arricchirsi di notizie e argomenti di importanza rilevante. E se state pensando a una qualsiasi tipologia di ironia, allora non avete capito nulla. Ma non è finita qui.

Le informazioni esistono, certo. E internet ne facilita il propagarsi. Ma poi? Internet è davvero questo fino in fondo? No. Altrimenti non avrei mai scritto un post del genere. E qui entrano in gioco i social.

Questi mezzi di comunicazione che dire di massa sarebbe un'eresia, sono fondamentalmente sempre esistiti... ma una volta era meglio. Eh sì! Come le frasi che dicono sempre i nonni: "Ai miei tempi si stava molto meglio, non immaginate neppure voi stolti".

Non sono troppo vecchio, ma ho comunque un minimo di esperienza alle spalle per dire che il livello è spaventosamente precipitato.

Parlando di una decina d'anni fa, Facebook, Twitter e chi più ne ha più ne metta non erano, grazie al cielo, ancora nati. Qualche piccolo gigante stava già nascendo, come Youtube, ma era ancora un posto gradevole, nonostante i deficienti c'erano anche in quell'epoca.

Ricordo che al tempo frequentavo un forum, che prevalentemente parlava di videogiochi, ed era popolato da gente che ne era appassionata, dove si scrivevano post, li si commentava, c'era una banale chat generale e qualche sera d'inverno o d'estate ci si radunava su un server di qualsiasi gioco e si giocava. Questo, per quanto mi riguarda, è stato uno dei miei primi approcci a internet, e ai social, insieme a Youtube. Poi c'era Windows Live Messenger che anch'esso era una figata, ma già si stava per imboccare la strada sbagliata.

Parlando di Youtube, nel lontano 2006 era un sito con pochi video, che si montavano senza curare ogni minimo dettaglio, dove si girava con videocamere di scarsa risoluzione e dove i like o la monetizzazione ancora non c'erano, e ci si limitava alle stelline, alla propria originalità e a un pizzico di buona passione. Questi erano i social al tempo, e si stava bene.

Un decennio dopo esiste la ormai consolidata realtà di quella che tutti chiamano Youtube Italia dove un mucchio di ragazzini mettono in tasca talmente tanti soldi che nemmeno si possono immaginare, dove non si riprendono più cani, conigli, altri animali senza motivo, o non si girano più scene di vita normale nei pomeriggi d'estate (non giudicatemi), ma tutto, ogni cosa, viene fatta, nella maggior parte dei casi, in maniera forzata a raggiungere un unico obiettivo: i soldi.

E non nego, Youtube può anche essere un lavoro, che fa guadagnare danaro e popolarità... Ma dov'è finita quella vita che una volta si riprendeva senza senso e la si metteva online aspettando ore prima che si caricasse quel benedetto video? O quel pizzico di talento che ogni tanto si poteva trovare?

Poi ci sono Facebook, Twitter e così via, dove le persone giudicano le altre alla sola vista dei "mi piace" o dei "retweet" che questi prendono, manco fossero riconoscimenti alla carriera...

Da un decennio all'altro insomma. Tra un altro decennio nasceranno così tante nuove tendenze che verrà da chiedersi se le persone saranno ancora "costrette" a vedersi in carne e ossa oppure non ce ne sarà più bisogno. E se non saranno più questi i social, ce ne saranno degli altri, e anche a quell'ora si vedranno alcuni che ricorderanno quei bei vecchi tempi, dove "si giudicavano le persone con dei pollici in su o dei selfie".

Passato, presente e futuro, dunque.

Cambierà tutto, ma una costante, banale, rimarrà ben salda: ci sarà sempre qualcuno che perderà tempo a scrivere queste cose.

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